Description
Paese: Italia
Regione: Friuli Venezia Giulia
Area di produzione: Dolegna del Collio (GO)
Formato: 0,750 lt.
Uvaggio: uve bianche tradizionali della Regione Friuli Venezia Giulia: Tocai Friulano in maggior parte, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana e Picolit
Forma di allevamento: Guyot
Terreno: Composto da marne prevalenti e arenarie appartenenti alla formazione flyschoide di età eocenica che danno origine ad un substrato roccioso che trasformandosi forma la “ponca”.
Vinificazione: Fermentato in botti di rovere di slavonia da 750 litri.
Affinamento: “Nasce dall’idea di ottenere un uvaggio da diverse varietà vinificate in modo tradizionale come faceva mio padre Angelo, con breve macerazione sulla buccia, fermentato e affinato in botti di rovere per circa 10 mesi e commercializzato due anni dopo la vendemmia”.
Caratteristiche organolettiche:
- Colore: Di un bel colore giallo dorato luminoso e sfavillante.
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Naso: Profumo intenso e complesso con note di frutta matura nostrana e tropicale e di fiori appassiti sfiorati da un leggero velo di vaniglia. Emergono mela, banana, nocciola, ginestra e passiflora.
- Palato: In bocca è un velluto. Ha un perfetto equilibrio gustativo, una delicata aromaticità, una persistenza infinita.
Abbinamento gastronomico: Ottimo con purè di ceci con polpi saltati al rosmarino
Epoca di vendemmia: Settembre
Gradazione alcolica: 13 % Vol.
Temperatura di servizio: 10 – 12 °C
Curiosità: Gli Jermann, arrivati in Friuli, a Villanova di Farra, nel 1881 dall’Austria, furono prima mezzadri, poi proprietari, finchè verso l’inizio del secolo il vino divenne l’argomento principale del loro lavoro. Sono contadini duri, tutti d’un pezzo, di quelli che non vogliono sentir debolezze né cambiare una virgola nella tradizione. Il nonno di Silvio è uomo che, dovendo andare in guerra, scelse l’esercito d’Austria e avendo ereditato una vigna, seppur in valle buia e scossa dalla bora, fece vino. Silvio che nel 1968 era a Conegliano alla “scuola del vino”, ebbe, come tutti, volontà di contestazione, ma anche comprensione del diverso e capacità di autonomia. Ritornò con l’ansia giovanile di cambiare tutto. Non più vini pesanti e grassi, ma profumati, armonici, costruiti secondo logiche contemporanee, con macchine contemporanee e per il gusto contemporaneo, nel rispetto della tradizione. Aveva imparato a scuola che si può vinificare in bianco, che esiste la macerazione carbonica: egli doveva riuscire, dal suo vino personale e preciso, quello di suo padre, ad estrarre non soltanto un vino moderno, perché la modernità tutto appiattisce, ma un prodotto che esprimesse, perfettamente, un gusto che ancora si doveva formare. Litigò, emigrò in Canada, ritornò e ci riuscì: il suo vino, e la sua famiglia, padre austroungarico compreso, sono oggi tra i più apprezzati e valorizzati produttori del Friuli-Venezia Giulia.
Prima annata prodotta: 1991. Capo Martino prende il nome dalla collina acquistata nel 1991 nel cuore della zona collinare goriziana; vigna di 7,5 ettari rinnovata dal 1996 al 2003 con le stesse varietà tradizionali.
Con la vendemmia 1991 abbiamo prodotto per una sola annata il “Piccolo Sogno verso una terra promessa”, per ricordare “il viaggio” del bisnonno Anton, intrapreso 110 anni prima, da Bilijana (ora Slovenia) a Villanova. Il “Piccolo Sogno” riprendeva le tradizioni e manualità delle generazioni passate. L’etichetta esprimeva gli elementi cari al mondo agricolo: il sole, l’acqua, l’uva come frutto della terra e i pesci come segno di religiosità.
Tutto questo pensiero e filosofia sono continuati con il Capo Martino per ottenere un vino che esprima sempre eleganza con corpo e complessità con cenni di rusticità che richiamano il lavoro passato.
Con la vendemmia 2016 il Capo Martino celebra i suoi primi 25 anni.
Riconoscimenti: Con l’annata 2016 il Capo Martino ottiene i 3 bicchieri e viene proclamato Vino Bianco dell’anno dalla Guida Gambero Rosso edizione 2019. È solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che l’ha visto protagonista quest’anno, conquista infatti con la stessa annata le 4 viti della Guida Vitae AIS ed ottiene il riconoscimento “Grande Vino” della guida Slow Wine, infine la Corona con la Guida Vinibuoni d’Italia dedicata ai vitigni.