Descrizione
Paese: Italia
Regione: Friuli Venezia Giulia
Area di produzione: Villanova di Farra (GO)
Formato: 0,750 lt.
Uvaggio: Ribolla Gialla 90%, Friulano 5% e Riesling Renano 5%
Terreno: Originato dal rilievo eocenico che ha determinato la diffusione di una estesa zona di materiali colluviali al suo intorno e marne e arenarie appartenenti alla formazione flyschoide che hanno dato origine a un substrato roccioso.
Vinificazione: La vinificazione prevede un uvaggio composto in blend da uve di Ribolla Gialla in maggior parte, alle quali si affiancano quelle di Tocai Friulano e Riesling Renano.
Fermentazione: Fermentazione alcolica in tini di acciaio a temperatura regolata e costante
Affinamento: 6 mesi in botti di rovere di Slavonia per una parte del vino, il resto in acciaio
Caratteristiche organolettiche:
- Colore: Ha colore paglierino chiaro brillante.
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Naso: Profumo fruttato, minerale, elegante pur nella sua schiettezza contadina
- Palato: sapore asciutto, fresco e sapido
Vendemmia: Settembre
Abbinamento gastronomico: Ideale come aperitivo, con antipasti di mare, primi piatti a base di pesce, piacevole soprattutto d’estate per la sua grande bevibilità e freschezza.
Gradazione alcolica: 12,5 % Vol.
Temperatura di servizio: 10 – 12 °C
Prima annata prodotta: 1983
- Con l’annata 1983, uscita nel maggio 1984, abbiamo iniziato a chiamare VINNAE la nostra Ribolla Gialla per ricordare la nascita del secondogenito Michele e i cent’anni di lavoro e dedizione alla vigna ed al vino di cinque generazioni di Jermann arrivati nel 1881 da Bilijana (ora Slovenia) nel paese di Villanova. Da Vinnaioli quindi Vinnae per la Ribolla Gialla che era maggiormente coltivata dalla nostra famiglia sin dal 18° secolo.
- Con l’annata 2004 l’etichetta è stata rinnovata con l’aggiunta dell’aquila bicipite, ritrovata su una vecchia botte del bisnonno Anton, simbolo delle origini Austro-Ungariche degli Jermann, con il saluto della cantina (servus cella).
Curiosità: Gli Jermann, arrivati in Friuli, a Villanova di Farra, nel 1881 dall’Austria, furono prima mezzadri, poi proprietari, finchè verso l’inizio del secolo il vino divenne l’argomento principale del loro lavoro. Sono contadini duri, tutti d’un pezzo, di quelli che non vogliono sentir debolezze né cambiare una virgola nella tradizione. Il nonno di Silvio è uomo che, dovendo andare in guerra, scelse l’esercito d’Austria e avendo ereditato una vigna, seppur in valle buia e scossa dalla bora, fece vino. Silvio che nel 1968 era a Conegliano alla “scuola del vino”, ebbe, come tutti, volontà di contestazione, ma anche comprensione del diverso e capacità di autonomia. Ritornò con l’ansia giovanile di cambiare tutto. Non più vini pesanti e grassi, ma profumati, armonici, costruiti secondo logiche contemporanee, con macchine contemporanee e per il gusto contemporaneo, nel rispetto della tradizione. Aveva imparato a scuola che si può vinificare in bianco, che esiste la macerazione carbonica: egli doveva riuscire, dal suo vino personale e preciso, quello di suo padre, ad estrarre non soltanto un vino moderno, perché la modernità tutto appiattisce, ma un prodotto che esprimesse, perfettamente, un gusto che ancora si doveva formare. Litigò, emigrò in Canada, ritornò e ci riuscì: il suo vino, e la sua famiglia, padre austroungarico compreso, sono oggi tra i più apprezzati e valorizzati produttori del Friuli-Venezia Giulia.
Riconoscimenti ufficiali: Wine Spectator 91/100 – xtraWine 91/100
Note: Disponibile anche con tappo a vite modello Stelvin della ditta francese Pechiney: abbiamo deciso per questa chiusura molto tecnica per mantenere intatta la fragranza e le qualità organolettiche ottenute dapprima in vigna e poi in cantina.